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Il segmento testuale Comando di Divisione è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 17Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 8

Brano: [...]otto control

lo per un mese, nonostante duri contrattacchi tedeschi, vari centri della pianura fra cui Miane, Soligo, Solighetto e Sant’Antonio di Tortai, dove nel periodo di « zona libera » furono nominate amministrazioni popolari. Fu interrotta per parecchie settimane la strada di Alemagna, e per mesi quella di Sant’Ubaldo. Durante l’estate, con l’aumento degli effettivi delle Brigate a circa 5.000 uomini, il Comando di Gruppo fu promosso a Comando di Divisione. Gli Alleati inviarono allora presso il Comando di Divisione una loro Missione che, guidata dal britannico Thilma, com

Partigiani della « Nannetti » si raccolgono dopo un rastrellamento nemico



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 730

Brano: [...]ivisione « Arno », nel quadro delle direttive pervenutegli dal C.T.L.N. e dal Comando militare regionale, aveva già studiato gli itinerari di avvicinamento a Firenze e, verso la metà di luglio, cominciò gli spostamenti delle formazioni per evitare che queste rimanessero intrappolate nello schieramento, presumibilmente sempre più fitto, delle truppe tedesche in ritirata e che già cominciava a ridurne le possibilità di manovra. Secondo i piani, il Comando di divisione con la Brigata « Lanciotto » doveva abbandonare il Pratomagno e, varcato l’Arno, raggiungere la Brigata « Sinigaglia » a Badia Monte Scalari, nelle colline del Chianti, per costituire qui un unico gruppo, destinato a penetrare in Firenze da sud. La Brigata « Caiani », invece, doveva portarsi sul monte Giovi e, da qui, entrare nella parte settentrionale della città.

Si trattava di un piano tutt’altro che facile ad attuarsi, data la natura del terreno (ricco di strade e povero di grandi rilievi montuosi o di estesi boschi) e data la presenza, sempre più frequente, di grossi contingenti tedes[...]

[...]invece, doveva portarsi sul monte Giovi e, da qui, entrare nella parte settentrionale della città.

Si trattava di un piano tutt’altro che facile ad attuarsi, data la natura del terreno (ricco di strade e povero di grandi rilievi montuosi o di estesi boschi) e data la presenza, sempre più frequente, di grossi contingenti tedeschi in ritirata. Ma superando tutte le difficoltà, grazie anche all'ampia solidarietà manifestata dalle popolazioni, il Comando di divisione e la Brigata « Lanciotto » riuscirono a realizzare il piano previsto; invece la « Caiani » dovette trattenersi ancora qualche giorno sul Pratomagno e poi spostarsi sul monte Giovi.

Verso la fine di luglio, mentre l'intero fronte tedesco ripiegava, il Comando della Divisione « Arno » dispose che due Compagnie della « Lanciotto » passassero nuovamente l’Arno e si infiltrassero nella parte nordoccidentale di Firenze, dove avrebbero dovuto rimanere nascoste (con l’aiuto delle S.A.P.) fino al momento del loro impiego. Le altre forze della Divisione restarono invece a sud dell'Arno, manovrando e[...]

[...]rdoccidentale di Firenze, dove avrebbero dovuto rimanere nascoste (con l’aiuto delle S.A.P.) fino al momento del loro impiego. Le altre forze della Divisione restarono invece a sud dell'Arno, manovrando e scontrandosi duramente col dispositivo di retroguardia tedesco, finché poterono collegarsi con le avanguardie angloamericane ed entrare in città contemporaneamente ai primi reparti alleati.

Mentre la linea del fuoco si spostava sull'Arno, il Comando di Divisione si trovò a combattere contro i franchi tiratori fascisti, che infestavano la parte meridionale della città facendo strage di inermi cittadini, oltre che di partigiani e di militari angloamericani, e nello stesso tempo a discutere aspramente con i Comandi alleati che

pretendevano il disarmo dei partigiani. La vertenza conobbe momenti di estrema tensione e venne risolta grazie al prestigio che il comandante Aligi Barducci seppe rapidamente acquistarsi tra gli ufficiali alleati: fu così raggiunto un accordo, in base al quale la Divisione « Arno » avrebbe continuato a combattere agli ordini de[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 31

Brano: [...]zona, tradizionalmente considerata su posizioni politiche moderate.

La Divisione

In agosto si ebbe un ulteriore afflusso di volontari, che portò alla creazione di due nuovi battaglioni: il « Fronte della Gioventù » e il « Verucchi ». Nacque così la seconda Brigata « Natisone » e, conseguentemente, la formazione assunse il ruolo di Divisione (17.8.1944). Le due brigate furono dislocate nella zona tra Tarcento, Bergogna e Cividale, mentre il Comando di divisione rimase immutato nelle persone di Vanni, Sasso e Carlino. La I Brigata (composta dai battaglioni « Mameli », « Manara », « Miniussi » e « Fronte della Gioventù ») fu affidato al comando di Gino Lizzerò (Ettore) con Io studente in medicina Lino Argenton (Stutz) quale commissario politico; la II Brigata (composta dai battaglioni « Manin », « Tarcento » e « Verucchi ») fu affidata al comando di Mario Zulian (Sandro) comandante, con l’operaio Vincenzo Marini (Banfi) commissario. Il Battaglione « Mazzini » rimase invece autonomo nella zona del Coll'io cormonese. La forza complessiva della Divisione[...]

[...]mis, Attimis e Faedis », dai nomi dei principali centri del territorio liberato. Questo fu particolarmente il frutto dei combattimenti del 2131 agosto, con l’attacco e la conquista di Nimis: dopo aver respinto nume

rose puntate nemiche, cui i tedeschi e i cosacchi fecero seguire feroci rappresaglie contro la popolazione (eccidio di Torlano: 34 tra donne, vecchi e bambini bruciati in una casa nella quale erano stati rinchiusi), il 31 agosto il Comando di Divisione decise di sferrare l’ultimo attacco su Nimis con i battaglioni « Verucchi », « Tarcento », « Manin », più un reparto della « Osoppo ». Il nemico fu costretto ad abbandonare il paese, lasciando sul terreno numerosi caduti e ingente materiale bellico.

Si veda, per l’estensione e le caratteristiche della « Zona libera »t nonché la sua storia, la relativa voce.

Dopo circa un mese, la « Zona libera » del Friuli dovette essere evacuata. L’attacco nemico in forze ebbe inizio all’alba del 27 settembre, ma i partigiani, già messi in allarme, tennero saldamente le posizioni anche il giorno 28, fi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 821

Brano: [...]ono e si diressero verso gli hangar.

Qui, dopo aver ammucchiato intorno a 5 aerosiluranti tipo Savoia Marchetti 79 tutto il materiale in

fiammabile (bidoni di olio lubrificante, fusti di benzina, bombole di acetilene e di ossigeno), i partigiani lanciarono bottiglie « Molotov » e in breve tempo, tra scoppi e bagliori, i velivoli e gli impianti bellici che si trovavano sotto gli hangar andarono distrutti.

L’azione si meritò l’encomio del Comando di Divisione e venne menzionata anche nel corso del notiziario trasmesso da Radio Londra.

Un secondo attacco al campo di Arcore fu condotto il 29.12.1944 dai partigiani vimercatesi. L’azione sembrava ormai conclusa, quando un banale incidente tradì il comandante di distaccamento Igino Rota (Ginetto) : affrontato da una sentinella fascista, Rota non fece nemmeno in tempo a difendersi e fu abbattuto da una scarica di mitra. Seguì un violento scontro a fuoco ma alla fine, scarsamente armati e in posizione sfavorevole, i partigiani dovettero ritirarsi. L’identificazione della salma di Rota consentì ai fasc[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 443

Brano: [...]na diga contro la ideologia marxista che prendeva rapidamente campo fra le genti della montagna.

Prima di venire in Italia, il maggiore Holland era stato a lungo in Grecia e aveva attivamente contribuito a provocare deleterie scissioni in seno all’E.L.A.S. (v.). Seguendo un analogo progetto politico, Holland fece sospendere i lanci alle Brigate della « Lunense » e, dopo una violenta discussione avvenuta il 29 marzo a Isola di Palanzano con il Comando di Divisione (rappresentato da Moroni), pose addirittura la questione di sciogliere la « Lunense » per incorporarne le due Brigate in una nuova formazione alle dipendenze del Comando unico di Parma.

Sostituendosi arbitrariamente agli organismi italiani e allo stesso Comando unico di Parma, al quale semmai spettava avanzare simile proposta, Holland la motivò con ragioni logistiche e di rifornimento alimentare, mentre in realtà il suo era soltanto un disegno politico sostenuto da argomenti palesemente ricattatori.

La lettera diceva testualmente:

AL COMANDO 4a BRIGATA APUANA

z. 0. 29/3/45 e p.c. [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 441

Brano: [...]ione, la quale avrebbe assunto il nome di Divisione Garibaldi « Lunense ». Il Comando della nuova Divisione, che avrebbe fissato la propria sede in quella stessa capanna di Monte Tondo, sarebbe stato affidato al maggiore Oldham, con Battaglia commissario politico. Moroni avrebbe avuto da parte sua l'incarico di rappresentare il Comando stesso nei confronti delle for

mazioni che, logisticamente, non potevano essere direttamente controllate dal Comando di Divisione (in pratica si trattava della 3a e della 4a Brigata).

Tradotto in termini politici, l'accordo serviva ad affidare il comando della 1a e della 2a Brigata, più che al maggiore Oldham, all’azionista Battaglia e il comando delle altre due al comunista Moroni. Sul piano militare, scompariva da quel momento ogni ragione di attrito fra le diverse formazioni.

Come simbolo della nuova Divisione fu adottata la stella rossa su coccarda bianca e verde, e le coccarde vennero ricamate dalle suore di un convento, sfollate in un vicino villaggio.

La Divisione Garibaldi « Lunense » venne ad assumere [...]

[...]ate in un vicino villaggio.

La Divisione Garibaldi « Lunense » venne ad assumere la seguente composizione definitiva:

1a Brigata « Garfagnana » (comandante Coli), con base a Careggine (Lucca);

2a Brigata « Carrara » (comandante Contri), con base a Campo Cecina (Carrara);

3a Brigata « La Spezia » (comandante Marini), con base a Regnano (Carrara);

4a Brigata « Apuana » (comandante Bertolini), con base a Camporaghena (Carrara).

Al Comando di divisione fu addetta una squadra composta da 20 ex prigionieri di guerra russi.

Al Comando staccato per la 3a e la 4a Brigata, con base a Panigaietto, fu addetta una squadra di 25 uomini.

Il Servizio informazioni venne affidato a Dino Compagni, che lo diresse fino al giorno del suo arresto.

L’attività della Divisione non si limitò alle azioni militari e all’epurazione dei fascisti, ma si rivolse largamente anche ai problemi di carattere amministrativo e sociale. II territorio, che si poteva considerare una « repubblica partigiana », era diretto da due centri, l’uno a Cotto (a 3 chilometri sopr[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 411

Brano: [...]lia del professore Giovanni Lorenzoni, ordinario di Economia politica all'Università di Firenze e segretario generale dell'istituto internazionale di agricoltura, durante la seconda guerra mondiale prestò servizio come crocerossina.

Dopo I '8.9.1943 aderì immediatamente alla Resistenza fiorentina, entrando a far parte di un gruppo che si fuse con la V Brigata « Giustizia e Libertà ». Incaricata di mantenere contatti con detta Brigata e con il Comando di Divisione « G. L. », Tina assolse a numerose missioni, portandosi anche a Milano e in altre località del Nord per organizzare l'espatrio di ebrei e di perseguitati politici.

II 21.8.1944, durante la battaglia insurrezionale di Firenze (v.), mentre per la terza volta stava attraversando la linea di combattimento per portare informazioni ai Comandi di Oltrarno, fu catturata da una pattuglia di guastatori tedeschi al

Maria Assunta Lorenzoni

l'incrocio di via Montughi con via Bolognese. Rinchiusa prigioniera in una camera della villa Cisterna, tentò la fuga: stava scavalcando un reticolato, quando[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Comando di Divisione, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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